Un romanzo visionario sull'inganno della realtà
- Michela Bilotta
- 5 days ago
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Questo romanzo visionario vede tre bambini fuggire di casa e dirigersi verso l'autostrada. Nel giro di qualche anno la comunità smette di cercarli, dopo aver immaginato le più disparate ipotesi sulla loro sorte, persino il rapimento da parte di una setta straniera. Ma, tra le tante congetture, nessuno pensa di indagare sugli abusi che i bambini hanno subito in casa prima di sparire.
Da questo momento, la storia assume tratti quasi onirici, il confine tra realtà e immaginazione si confonde e spesso svanisce. I tre, Andreu, Marta e Sara, ci vengono mostrati intrappolati in una sorta di non luogo orwelliano, dal quale è impossibile fuggire, governato da custodi violenti e senza scrupoli. Ma è proprio alla fuga che pensano incessantemente, man mano che gli anni passano e l'infanzia sfiorisce. Il posto in cui sono prigionieri è suddiviso in diverse stazioni dal forte valore simbolico, la prima delle quali è La Scuola. Qui il loro senso della speranza viene fiaccato da continue vessazioni, e la loro immaginazione sistematicamente depredata.
I tre protagonisti impareranno presto che, nel cammino circolare che sono costretti a compiere, l'unica dottrina loro impartita è quella dell'amarezza: soprattutto quando scoprono che uno dei loro compagni di percorso, con il quale hanno condiviso speranze e tentativi di fuga, e' diventato un carceriere spietato. Proprio lui, infatti, nell'ultima stazione, a un passo dalla liberazione, li minaccia di portarli al punto di partenza, dove tutto ha perennemente inizio.
Mentre nel finale vengono svelati i traumi che ciascuno dei bambini ha subito, e che hanno decretato la loro espulsione dall'infanzia, resta il dubbio che le ribellioni e i tentativi di fuga siano stati solo simulazioni create dai carcerieri: "un modo per farti sperare nell'idea di un progresso continuo".
Un romanzo atipico, allegorico, originale per stile e per contenuto, nel quale la trama si fa denuncia contro l'inganno della realtà.
IL VINO
Il vino da abbinare è un Passito di Pantelleria, vino dolce i cui grappoli esposti al sole appassiscono, come le speranze esposte alla realtà.

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