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Anatomia della battaglia. Sontuoso passo a due tra padre e figlio

  • Writer: Michela Bilotta
    Michela Bilotta
  • Jul 18
  • 2 min read

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Un padre e un figlio, due visioni opposte della vita. Il figlio cresce oppresso dalle sentenze paterne, scandite con la convinzione cieca della verità assoluta; l’ingombrante figura paterna, con il suo temperamento integerrimo, non lascia spazio a debolezze e tentennamenti e, a causa di un’incrollabile fede verso il fascismo, inteso anche come modo di stare al mondo, provoca una crepa insanabile nel rapporto con il figlio.


Il padre riversa nella passione verso l'alpinismo il suo bisogno di sfide che ne mettano alla prova il coraggio e la capacità di abnegazione, mentre il figlio cerca di farsi adulto sottraendo a morsi centimetri di libertà dallo spazio esiguo lasciato dal genitore, un uomo che giganteggia, soffoca e stritola, spesso con la sola presenza e senza bisogno di parlare.

Per urlare il proprio dissenso alle idee del padre, il figlio decide di entrare nella lotta armata, dando inizio a un periodo di profonda confusione e di dilanianti ripensamenti.


La necessità di tracciare il profilo identitario delle proprie radici lo porta a scavare nel passato del nonno, con il terrore di saperlo responsabile di azioni indicibili commesse durante il regime e, infine, a sublimare le sue esperienze nel potere catartico della scrittura.


Questo romanzo è un sontuoso passo a due tra padre e figlio, fatto di movimenti di compensazione, dove all'incedere dell'uno risponde il retrocedere dell'altro, dove spesso la vicinanza si fa fuga e la condivisione estraneità.


Sartori si affida a una prosa dura, scarna, affilata, ma che restituisce intatto il dolore della perdita, lo sgomento di fronte all'avanzare della malattia, la difficoltà di farsi grande sottraendosi al giogo del confronto e recidendo i legami con il passato.

Si percepisce, nella figura del figlio, la necessità di esorcizzare il terrore di riscoprirsi uguale al padre, pur se dalla parte opposta della barricata. E l’addio alla figura paterna si fa congedo verso le incoerenze e le idiosincrasie di un intero periodo storico.


Notevole l'intreccio narrativo, che esula dalla successione temporale degli avvenimenti mischiando tempi e luoghi, e per questo mirabilmente capace di conferire alla narrazione urgenza e intensità.


Un libro potente, con pagine intrise di una sofferenza a tratti faticosa da sostenere, un'opera che non chiede indulgenza e che si mostra al lettore impietosa, nuda, magnifica.


Una lettura imperdibile, che conferma TerraRossa Edizioni come una delle realtà più interessanti e coraggiose del nostro panorama editoriale.


IL VINO

In omaggio ai territori del libro, il vino da abbinare a questa lettura è un Teroldego rotaliano, un vino dal gusto secco, deciso e strutturato, come il temperamento del padre del protagonista.


La mia recensione:



 
 
 

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Chi sono

Mi chiamo Michela Bilotta, sono nata a Salerno, ma vivo da oltre dieci anni a Bruxelles, dove mi occupo di comunicazione e ufficio stampa. Ho pubblicato guide turistiche, racconti, manuali per concorsi a cattedra.  La Metrica dell'oltraggio è il mio primo romanzo.

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