Transumanza, Giuse Alemanno: storia poetica ed esilarante
- Michela Bilotta
- Jun 14
- 2 min read
Un consiglio: prima di accingervi a questa sorprendente lettura, sedetevi, mettetevi comodi e godetevi il viaggio.
Perché di vero e proprio viaggio si tratta, e sarà un percorso "a passo di vacca" che unisce avventura, ironia, imprevisti e colpi di scena quello ordito dalla brillante penna di Giuse Alemanno.
Siamo nell'Italia fascista, in un piccolo paese dell’Abruzzo. Il protagonista, Dino Di Cristina, è un giovane che, per aver partecipato alla punizione di un gerarca, è costretto a scappare e nascondersi.
Con i fascisti alle calcagna, non gli resta che accettare l'insolita proposta di unirsi a un gruppo di bovari che stanno partendo per la transumanza e che dovranno condurre una mandria di mucche, via via più cospicua, dall’Abruzzo alla Puglia.
E da questo punto in poi la narrazione diventa esilarante, perché i compagni di viaggio di Dino sono, a dir poco, originali. In primis, Ottavio Guarnieri, il vaccaro a cui Dino affida la sua salvezza, un uomo che parla per enigmi e nei cui “occhi grigio piombo gli risiedeva quel tipo di luce che sembra domani, indispensabile a chi guida i deboli e gli incerti”. E poi c’è il figlio, Nicola, che con il suo fare allegro e scanzonato aiuterà Dino più di quanto si aspettasse.
La Transumanza si fa sogno, metafora di crescita e incanto quando al gruppo si aggiungono altri incredibili personaggi, come Peppino, attore teatrale partenopeo, fratello di Edoardo e Titina, e un giovane Antonio che “odia gli indifferenti”. Superfluo spiegare chi siano.
Questo romanzo si rivela un piccolo gioiello nel quale trovano posto personaggi sfaccettati che si farà fatica a dimenticare, e una prosa magistrale, a tratti poetica, a tratti ironica, ma che in ogni aspetto denota una non comune capacità di scrittura e talvolta ricorda lo straordinario umorismo di Benni e le incursioni letterarie di Griffi.
Una lettura consigliata a chi ama le belle storie e, soprattutto, la bella scrittura. In un panorama editoriale fagocitato dalle trame, ce n'è davvero un gran bisogno.
Applausi.
IL VINO
Il vino non può che essere il Montepulciano d’Abruzzo DOC, rosso intenso, secco e armonico come i personaggi del libro e con tannini che si integrano bene tra loro, come Dino al gruppo dei bovari.

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