Questo celebre romanzo d’esordio di Vincenzo Cerami, pubblicato nel 1976, ha ispirato il pluripremiato film di Mario Monicelli, con un indimenticabile Alberto Sordi nei panni del protagonista.
Siamo nell’Italia degli anni di piombo.
E’ una tranquilla domenica quella in cui Giovanni e Mario, padre e figlio, sono impegnati in una battuta di pesca. Il figlio sta raccontando al padre l’esito dell’esame appena superato come ragioniere e Giovanni non riesce a contenere l’entusiasmo e l’orgoglio per il diploma del figlio. Vede in lui il riscatto della sua vita e di quella di sua moglie, la ricompensa per i sacrifici fatti, il trampolino di lancio per i suoi sogni di padre. Lo immagina già a ricoprire un ruolo di rilievo nel Ministero dove lui, a un passo dalla pensione, lavora da tempo.
LA MEDIOCRITA’ SVELATA SENZA FILTRI
Sembrerebbe un’istantanea di pace e serenità, ma il linguaggio feroce, violento, disturbante di Cerami ci conduce subito al cuore dei personaggi, svelandone senza filtri la grettezza, l’attaccamento al denaro, la meschinità. E perché siano da subito chiare a chi legge, lo scrittore le estende anche al contesto, soffermandosi sullo sporco, le macchie e la muffa del casolare in cui i due consumano quello che hanno pescato.
Quando il padre viene a conoscenza di un concorso presso il suo Ministero, non esita a chiedere al capoufficio una raccomandazione per il figlio, ma il suo superiore può intervenire solo sull’esame orale, a meno che Giovanni non si sottoponga a una prova. Da questo momento, la narrazione assume i toni del grottesco, fino a portare il lettore, ormai inchiodato alle pagine, all’inatteso colpo di scena e all’ancora più inaspettato finale.
UN’OPERA TRISTEMENTE ATTUALE
Colpisce come uno schiaffo in pieno viso, oggi, la capacità di quest’opera di restare tristemente e ferocemente attuale, confermando le parole di Calvino, che sembrano scolpite nella pietra: “Cerami punta la lente d’ingrandimento sulla bruttezza senza riscatto che regna nel cuore del nostro consorzio civile, ma anche sulla tenace rabbia di vivere che persiste in fondo a un desolato svuotamento di ragioni vitali”.
Un libro che, ieri come oggi, costringe a guardare il nostro Paese, e infine noi stessi, con spietata onestà.
IL VINO:
Ben si accompagna a questo libro un bicchiere di Negroamaro DOC, vino pugliese corposo e quasi impenetrabile, dal colore rosso rubino intenso così scuro da sembrare nero, come il cuore del protagonista.
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