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Kurt Vonnegut, Ricordando l’apocalisse. L’incubo indelebile del passato

Writer's picture: Michela BilottaMichela Bilotta

In questa raccolta di dodici pezzi, scelti dal figlio, c’è tutto Vonnegut: lo sgomento per gli orrori del passato, la condanna del razzismo, le sue considerazioni sulle ideologie politiche che hanno plasmato il Novecento. Su tutti permane, come tema dominante della sua narrativa, quello della guerra, in particolare il terrore e l’incredulità per il bombardamento di Dresda durante la seconda guerra mondiale, episodio che lo scrittore visse in prima persona e da cui uscì miracolosamente illeso, rifugiandosi in un mattatoio (esperienza da cui nasce il suo capolavoro “Mattatoio n. 5”).


Quello che colpisce è il talento di Vonnegut nel riuscire a offrire una prospettiva sempre diversa della stessa esperienza, adattando forme differenti al narrato, di cui l’eclettico stile dello scrittore si fa lirico pennello o affilato scalpello.


Fare la guerra per la guerra


Nel racconto “Da tutte le strade si alzeranno lamenti” Vonnegut descrive con spietato umorismo il tragico bombardamento della città tedesca, mettendo in luce il meccanismo della guerra per la guerra, della sopraffazione fine a se stessa, senza scopo reale se non quello di un’oscena volontà del male. Ed è così che, afferma lo scrittore, gli Americani assaporarono il gusto di colpire il nemico sotto la cintola, distruggendo abitazioni civili, ospedali, chiese, scuole. Tutto raso al suolo da bombe cadute ben lontano dagli obiettivi militari dichiarati. D’altronde, aggiunge Vonnegut, “il bombardamento a tappeto oggigiorno è di gran moda”.


Lo spirito di vendetta dei vincitori


L’impressione di questa vicenda si fissò indelebile nella mente e nella penna dello scrittore, come è evidente quando, nello stesso racconto, afferma: “non è facile razionalizzare la soppressione dei vigneti dove matura l’uva dell’ira mentre si mettono dei neonati in un cesto o si aiuta un uomo a scavare dove crede che possa essere sepolta sua moglie”.


Con lucido cinismo, Vonnegut ha il coraggio di fare ad alta voce dichiarazioni scomode, evidenziando lo spirito di vendetta che ha spesso foraggiato i vincitori della seconda guerra mondiale e non solo.


Nel racconto “Buon compleanno”, Vonnegut narra di un bambino che è cresciuto conoscendo solo la guerra e il cui quotidiano è definito da palazzi divelti dalle bombe, militari e carri armati. Un giorno riceve da un vecchio soldato un inaspettato regalo per il suo compleanno: un’intera giornata lontano dalla guerra. Il soldato lo conduce, pertanto, in un bosco, dove i suoni delle battaglie sono attutiti, vicino a un ruscello e a una vecchia chiesa dove il bambino possa vedere le cose com’erano prima del conflitto. Ma lui è nato quando questo era già iniziato, la distruzione è il solo orizzonte che conosca, e, di fronte a quell’insolito silenzio, resta disorientato e deluso.


Definire Vonnegut autore di mera fantascienza è senza dubbio riduttivo, e leggerlo oggi ci immerge nel piacere di una narrazione senza tempo, affilata, cinica, amaramente ironica e, purtroppo, tristemente attuale.


IL VINO

Lettura da accompagnare a un buon Sangiovese, vino immediatamente riconoscibile e particolarmente adatto all’invecchiamento, come le opere di Vonnegut.


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Chi sono

Mi chiamo Michela Bilotta, sono nata a Salerno, ma vivo da oltre dieci anni a Bruxelles, dove mi occupo di comunicazione e ufficio stampa. Ho pubblicato guide turistiche, racconti, manuali per concorsi a cattedra.  La Metrica dell'oltraggio è il mio primo romanzo.

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