In questo breve romanzo, Donatella Di Pietrantonio padroneggia con maestria il difficile equilibrio di riuscire a commuovere ed emozionare attraverso un linguaggio scarno ed essenziale, lasciando che siano i personaggi a scuotere anime e coscienze.
Il terremoto dell’Aquila ha devastato case e vite, distrutto il panorama di una città e l’orizzonte dei suoi abitanti. Gli edifici sostenuti da quei ponteggi che oltraggiano la vista si fanno monito e ricordo di una tragedia che l’incuria umana ha reso ancora più dolorosa.
Ed è in questo mondo che ha tristemente ridefinito i suoi confini che tentano di sopravvivere Caterina - la cui sorella gemella, Olivia, è morta sotto le macerie - Marco, il figlio adolescente di Olivia, schiacciato da una perdita a cui non sa dare significato, e l’anziana madre delle due donne, che trova nella fede un balsamo salvifico e necessario per lenire il dolore.
Un romanzo intimo e a tratti crudele, ma anche pieno di una tenerezza trattenuta, che si intravede nei dialoghi spesso interrotti tra Caterina e Marco, i quali provano con fatica a esplorare una vicinanza che è loro estranea. Caterina affronta sgomenta l’ingiustizia di un destino che ha deciso di colpire la sorella più solare e attaccata alla vita, condannando chi resta a un lutto senza fine.
La scrittrice descrive magistralmente le tre vite inchiodate a quel sei aprile del 2009, ma che pure cercano uno spiraglio di luce nelle macerie e che devono trovare modalità nuove, incerte e imperfette, per andare avanti. Lo faranno attraverso la rabbia, la nostalgia, i ricordi e, infine, il desiderio di rinascita e di scommettere ancora una volta sulla vita.
Una storia emozionante e commovente, nella quale la dimensione individuale si spalanca con ferocia sul comune destino degli esseri umani di fronte all’inspiegabile.
IL VINO
L’abbinamento ideale per questa lettura è un Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DOCG, eccellenza del territorio, vino intenso, corposo e robusto, come il carattere di chi ha dovuto reagire alla tragedia del terremoto.
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