Memoria di ragazza, Annie Ernaux. Quando la voce autobiografica si fa voce di tutti
- Michela Bilotta
- Mar 30
- 2 min read
Una diciottenne per la prima volta lontana da casa affronta la vergogna e il giudizio.
Leggere Annie Ernaux mi provoca ogni volta una profonda commozione. In Memoria di ragazza, la scrittrice, senza filtri, senza veli, espone nude la vergogna e la sofferenza di una giovinezza di cui non sa gestire l’impeto. Siamo nell’estate del 1958. La Ernaux è una diciottenne della provincia francese ingenua e inesperta che, come educatrice in una colonia di vacanze, si trova per la prima volta lontana dalla famiglia. Qui verrà a contatto con un universo irruente e vitale di cui non conosce il linguaggio, i modi di dire, gli usi e le convenzioni. Nel disperato tentativo di inserirsi nel gruppo di ragazzi e ragazze che animano la colonia, disorientata e ammirata al tempo stesso, la Ernaux tenta di scrollarsi di dosso l’immagine di provinciale, gettandosi senza rete in situazioni che la travolgono.
Un necessario processo di liberazione
Scopre il sesso senza averlo desiderato, cerca di apparire diversa nelle lettere che scrive alle compagne, tratteggiando una realtà lontana da quella che si trova a vivere, e assume atteggiamenti che spera possano farla apparire sofisticata ed esperta.
In queste pagine si percepisce, potente e magnifico, lo sforzo della scrittrice di affondare la lama dentro sé stessa, per far uscire dalle dolorose ferite segreti a lungo nascosti, sepolti sotto pesanti strati di vergogna e di giudizio. Un processo di catarsi e di liberazione che induce chi legge all’immedesimazione e a quell’indulgenza che la scrittrice si è a lungo negata.
Annie Ernaux travalica i confini dell’autobiografia
C’è tutto il disinganno del primo amore non corrisposto, dell’ossessione amorosa, dell’umiliazione per le proprie origini e del disagio nello scoprirsi diversi in queste pagine di memoria dove, ancora una volta, questa straordinaria scrittrice, premio Nobel per la letteratura, travalica i confini dell’autobiografia facendone spietato strumento di indagine sociale. E restituendo, intatte, le paure, le speranze e le illusioni della sua generazione.
IL VINO
Il vino da accompagnare a questa lettura è il Sauternes, elegante vino dolce ottenuto con uve attaccate dalla muffa nobile. Una contaminazione necessaria che ricorda il processo evolutivo della scrittrice, le cui origini, da cui ha cercato di prendere le distanze, sono parte imprescindibile della sua grandezza.

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