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Writer's pictureMichela Bilotta

Il lirismo struggente di Canne al vento

Updated: Oct 17, 2023

La prima volta che ho letto Canne al vento venni sopraffatta dal lirismo delle sue pagine e da quei personaggi che, quasi per contrasto, si stagliano tridimensionali dal fondo, gridando di essere visti, di essere amati. L’ho riletto più volte nel corso degli anni, con la trepidazione prima, e la sorpresa poi, di vedere ogni volta confermate le prime sensazioni.

L’intero romanzo è pervaso da una nota di dolore latente, che si mostra pudico nella figura di Efix, il fedele servo delle sorelle Pintor, oppresso dal suo passato ed eroicamente immolato al suo destino, e nella ritrosia delle sue padrone, incapaci di adeguarsi ai tempi che mutano, e allo stesso modo incapaci di accettare la decadenza e la miseria che incombono sulla famiglia.

Sarà l’inatteso ritorno del dissoluto nipote Giacinto a squarciare il velo di sdegnosa solitudine nel quale vivono le donne, alimentando ricordi, foraggiando rancori e portando in vita passioni che sembravano sopite. Sullo sfondo una Sardegna primordiale, che si fa specchio e caleidoscopio degli stati d’animo di questi personaggi fragili ed esposti alle intemperie della vita come “canne al vento”. Un libro che resta nell'anima per sempre.



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